la morte nella cultura messicana

La morte nella cultura messicana. Intervista a Margarita Rodríguez Herrera

Con Margarita Rodríguez Herrera, Presidente dell’associazione “Amici del Messico”, abbiamo riflettuto sul tema della morte nella cultura messicana. Attraverso i suoi racconti abbiamo appreso l’importanza di una delle feste tradizionali, “El dia del los muertos”, durante la quale la morte diventa oggetto di celebrazione.

«“El dia de los muertos” è una tradizione che prende avvio in epoca preispanica, prima che gli spagnoli arrivassero in Messico, nel 1521, introducendo nuove tradizioni che, successivamente, si sarebbero integrate con le precedenti. Questa festa, ancora oggi, ha una grandissima importanza e si manifesta in maniera differente a seconda del luogo. Il 1 novembre è il giorno dedicato alla celebrazione delle bambine e dei bambini morti, il 2 agli adulti. A Mixquic, così come in altre zone poco distanti da Città del Messico, poi, la notte del 31 ottobre le persone sono solite ritrovarsi all’interno dei cimiteri, dove vengono accese delle candele nell’attesa di poter vedere di nuovo i propri cari.

Durante “El dia de los muertos” non è raro incontrare persone vestite da Catrina, uno dei simboli appartenenti alla cultura messicana. La Calavera Catrina nasce prima della rivoluzione messicana con l’obiettivo di denunciare le diseguaglianze sociali che affliggevano il Messico durante il regime di Porfirio Díaz. Anche il fumettista José Guadalupe Posada ha contribuito alla causa rappresentando questa icona come uno scheletro di donna ornato da gioielli e abiti eleganti. L’illustratore rivolgeva la sua critica ai garbanceros, persone indigene che, rinnegando le loro origini, adottavano le tradizioni europee. Altri artisti hanno disegnato la Catrina a proprio piacimento, ricordiamo Diego Rivera che negli anni Quaranta ha realizzato un importante murales, Sogno di una domenica pomeriggio nel centro di Alameda, per la sala da pranzo dell’Hotel del Prado, riscattato dopo il terremoto del 1985».

La morte nella cultura messicana: il ruolo dell’ironia

«La morte in Messico non è considerata qualcosa di lugubre, da quando siamo piccoli ironizziamo di fronte ad essa, sappiamo che è sempre presente, che ci insegue mentre noi cerchiamo di sfuggirle, consapevoli che presto o tardi ci raggiungerà. Le rime popolari chiamate Calaveritas affrontano proprio questo aspetto, cito un frammento di seguito:

 

El Novio

En la escuela lo veía,

en la calle lo seguía,

la calaca muy coqueta

en sus brazos lo quería.

 

Il Fidanzato

A scuola lo vedeva,

per la strada lo seguiva,

La morte innamorata

Desiderava che fosse tra le sue braccia.

Esistono anche le “calaveritas” di zucchero o cioccolata, dolci a forma di scheletro – i preferiti dei bambini – sui quali viene posto il nome delle persone a cui vengono donati».

La morte nella cultura messicana: il valore della dimensione collettiva

«Per me la morte è parte di un tutto, si tratta di un ciclo che comprende anche la vita. Più sono in grado di riconoscere questo fatto, più cerco di godermi la vita, nel bene e nel male. Accettare la morte di un familiare significa andare avanti nel miglior modo possibile per onorare chi non c’è più. Da quando vivo in Italia questa idea della morte non è cambiata, al contrario, si è irrobustita.

Nel mio paese la vita in generale è molto difficile, le persone non possono permettersi il “lusso” di sedersi a piangere i propri morti. Per esempio, una donna che perde suo marito, in un luogo dove le pensioni sono da fame o letteralmente da “morte”, deve reinventarsi per poter sopravvivere.

Durante il terremoto catastrofico del 1985 migliaia di messicani si sono mobilitati per aiutare i sopravvissuti e riscattare le persone defunte, senza aspettare che lo facessero le autorità. Davanti alla morte noi messicani siamo solidali, ma senza dubbio manchiamo dell’empatia necessaria ad affrontare i diversi problemi socio-economici che ha il Paese».

La morte nella cultura messicana: tradizioni e rituali

«Per me è una gioia preparare quello che noi chiamiamo il “pan de muertos”, un dolce all’aroma di fiori d’arancio che conserva un significato particolare. Per quanto mi riguarda è stato fondamentale anche insegnare a mio figlio ad amare e godere di una tradizione così nostra, la cui ricetta è un’eredità di mio padre che non c’è più. Il “pan de muertos” è un elemento fondamentale nell’altare dedicato ai defunti, quel luogo che conserva le fotografie dei nostri cari defunti tenendo in vita la memoria, allo stesso tempo unisce le famiglie o gli amici che si ritrovano per degustarlo con una tazza di cioccolata calda.

la morte nella cultura messicana Pan de muertos

La morte nella cultura messicana è una trasformazione graduale: i defunti scompaiono quando le persone care si dimenticano di loro, proprio come nel film d’animazione Coco. Io resto ancorata all’oggi, vivo il mio presente sapendo che siamo corpo e spirito e se il nostro corpo è soggetto al tempo, lo spirito è eterno. Continueremo ad amare e ricordare i nostri defunti, non serve piangerli per sempre; li onoriamo quando siamo capaci di essere felici malgrado la loro assenza».